Malattia da decompressione - Gradese Subacquei

A.S.D. Gradese Subacquei
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Malattia da decompressione

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Malattia da decompressione
  MDD (assorbimento ed eliminazione dell'azoto)    
  
Fino adesso abbiamo visto come il sistema circolatorio e respiratorio funzionano; adesso andiamo ad analizzare come questi due sistemi trasportano l’azoto durante l’immersione e che effetti può avere sul nostro organismo (malattia da Decompressione o MDD).

L’Assorbimento dell’Azoto

L’assorbimento dell’azoto da parte del corpo è una conseguenza diretta della legge di Henry, che stabilisce che la quantità di gas disciolta in un liquido è proporzionale alla pressione parziale del gas. Il corpo umano è costituito principalmente da liquidi, così i gas si disciolgono in esso, proprio come fanno nell’acqua. Tuttavia, dato che la fisiologia umana differenzia le sue masse in vari tessuti, la dissoluzione dei gas nel corpo è più complessa di com’è nell’acqua. Gli effetti della legge di Henry sulla fisiologia nell’immersione si riallacciano principalmente all’azoto, perché è un gas inerte e non viene utilizzato dal corpo. La diffusione dell’ossigeno sotto pressione nei tessuti non ci interessa in quanto questi lo metabolizzano.
Secondo la legge di Henry, il corpo umano contiene azoto disciolto in proporzione con la pressione circostante. Alla superficie il corpo è saturo, cioè contiene la massima quantità possibile di azoto che può avere in soluzione a quella particolare pressione. Se la pressione aumenta, come quando un sub discende, una maggior quantità di azoto entra in soluzione nei tessuti. L’assorbimento nei tessuti avviene attraverso i sistemi circolatorio e respiratorio.
Quando il subacqueo discende, la pressione parziale alveolare dell’azoto aumenta divenendo maggiore della pressione tissutale (pressione dell’azoto già sciolto) nel plasma sanguigno. L’azoto si diffonde dall’aria alveolare attraverso le membrane alveolari e capillari sciogliendosi nel plasma, nello stesso identico modo in cui l’ossigeno si diffonde nell’aria alveolare per raggiungere il sangue. Tanto è maggiore la differenza di pressione ( gradiente di pressione ) tra l’azoto nell’aria alveolare e l’azoto in soluzione nel plasma, tanto più velocemente l’azoto si dissolverà nel plasma. In questa situazione, nel plasma che circola verso i tessuti del corpo la pressione dell’azoto
è più alta della pressione nel resto dei tessuti. Quindi l’azoto si diffonde dal plasma nei tessuti. Se il subacqueo mantenesse quella profondità e potesse rimanerci abbastanza a lungo, alla fine il suo corpo si saturerebbe e non sarebbe più in grado di assorbire ancora azoto a quella profondità. I subacquei ricreativi non raggiungeranno la saturazione totale, poiché richiede diverse ore in profondità. La quantità di azoto che viene assorbita da un sub è correlata direttamente alla profondità ed alla durata dell’immersione. Tanto più profondo egli scende, maggiori diventeranno la pressione ambiente (pressione del mare + quella della superficie) ed il relativo gradiente di pressione tra la pressione dell’azoto nei polmoni e quella nei tessuti. Con un gradiente più elevato i tessuti assorbono l’azoto più rapidamente che in acque meno profonde.
La maggior quantità di azoto disciolta nei tessuti di un subacqueo non ha un effetto significativo alla profondità delle immersioni sportive, fintanto che il sub si trova ancora sott’acqua. Quando il subacqueo emerge, la pressione cade ed il suo corpo inizia ad eliminare l’Azoto in eccesso. E’ proprio nell’eliminazione dell’Azoto che possono insorgere dei problemi.

L’Eliminazione dell’Azoto


Prima ancora di scoprire che era l’azoto disciolto il responsabile della malattia da decompressione, i primi ricercatori avevano notato che quella condizione si verificava dopo la diminuzione della pressione.
Quando un subacqueo inizia a risalire, la pressione sul suo corpo diminuisce. Dato che egli ha continuato ad assorbire azoto durante l’immersione, durante la risalita egli raggiungerà una profondità alla quale la pressione tissutale è maggiore della pressione ambiente. Allora i tessuti sono sovrasaturi, poiché contengono più azoto di quello che possono tenere alla pressione ambiente. L’azoto disciolto inizia quindi a sciogliersi fuori da tessuti formando delle bolle.
Secondo la teoria attuale le bolle si formano dopo ogni immersione. Sacche di gas microscopiche, chiamate micronuclei gassosi, sono comuni nelle pareti e sulle superfici dei tessuti del corpo; esse spiegano perché le bolle si formano più facilmente nei tessuti che non nei liquidi puri. Nei tessuti sovrasaturi, l’azoto si scioglie in queste sacche, allargandole, finché non si liberano dalla superficie formando minuscole bolle. Queste sono così piccole che non causano complicazioni e non sono neppure rilevabili dai rivelatori Doppler ( strumento che utilizza gli ultrasuoni per vedere le bolle nel corpo). Le piccole micro bolle viaggiano attraverso il sistema venoso fino ai polmoni, dove restano intrappolate nei capillari polmonari. Quindi le micro bolle vengono eliminate attraverso la diffusione negli alveoli. Se vi sono micro bolle, tuttavia, esse cominciano a raggrupparsi formando bolle più larghe, raggiungendo alla fine la dimensione di bolle silenti, non pericolose ma rilevabili. Anche le bolle silenti lasciano il corpo mediante la diffusione negli alveoli. Se vi è un gran numero di bolle silenti, anch’esse iniziano a raggrupparsi e possono formare le grandi bolle che danno origine alla malattia da decompressione o MDD.

MALATTIA DA DECOMPRESSIONE O MDD

Come menzionato poc’anzi la malattia da decompressione o MDD è provocata dalle bolle che si formano e aumentano, durante e dopo la risalita, a causa dell’eccessivo assorbimento di azoto o altro gas inerte dei tessuti durante l’immersione. Le bolle possono avere effetti meccanici o biochimici. Gli effetti meccanici comprendono distorsione o asportazione di tessuto e la riduzione, o interruzione completa, del flusso sanguigno. Gli effetti biochimici includono l’attivazione di meccanismi infiammatori e la coagulazione, con perdita di fluidi dal sistema circolatorio.
Vi sono inoltre altri fattori non correlati alla pressione che possono facilitare la comparsa della malattia da decompressione e sono:

Tessuti grassi

Il grasso è un tessuto lento, che trattiene una grande quantità di azoto disciolto. Un alto livello di grasso nel corpo aumenta la quantità di azoto trattenuto dopo l’immersione.

L’età

I sistemi circolatorio e respiratorio operano un pò meno efficacemente in una persona più anziana e ciò interferisce con lo scambio di gas.

L’alcool

L’alcool consumato prima e dopo l’immersione altera la fisiologia a favore dell’MDD.

L’anidride carbonica

Una quantità di anidride carbonica causata dalle micro apnee o da una respirazione scorretta si pensa che interferisca col trasporto di gas nel sistema circolatorio, riducendo la sua capacità di trasportare l’eccesso di azoto.

L'attività pesante

L’attività pesante durante l’immersione accelera la circolazione, trasportando l’azoto ai tessuti più rapidamente del normale. Dopo il riposo la circolazione di un subacqueo torna normale e successivamente non c’è accelerazione nell’eliminazione dell’azoto.

I molteplici sintomi della malattia da decompressione ne rendono la diagnosi molto complessa per i medici che non la conoscono bene. Nonostante i sintomi differenti, i tipi di malattia da decompressione tendono a condividere alcune caratteristiche.

La malattia da decompressione tende ad essere ritardata dopo l’immersione e può richiedere fino a 36 ore per manifestarsi.Circa la metà dei casi si manifesta entro un’ora dopo l’immersione, Inoltre la vittima tende a peggiorare con il passare del tempo e se si ritarda il trattamento.

I medici raggruppano la malattia da decompressione nel Tipo I con manifestazioni di dolore soltanto cutanee o Tipo II con i sintomi più significativi che talvolta minacciano la vita. Generalmente la malattia da decompressione alle giunture e alla cute viene considerata come appartenente al Tipo I, mentre le altre sono assegnate alla classe del Tipo II. E’ possibile che si abbiano contemporaneamente più di un tipo di malattia da decompressione, in funzione di dove nel corpo si formano e si accumulano le bolle.

Malattia da decompressione cutanea:

Le bolle che fuoriescono dalla soluzione nei capillari della pelle possono causare la malattia da decompressione cutanea, che può essere caratterizzata da un’eruzione cutanea rossa a macchie, abitualmente sulle spalle e sulla parte superiore del torace. Sebbene la malattia da decompressione cutanea non sia considerata seria di per sè, i medici considerano la sua presenza indicativa di problemi di decompressione e potenzialmente di sintomi più gravi.

Malattia da decompressione alle articolazioni e agli arti:

Dolore alle giunture ed agli arti avviene nel 75% di tutti i casi di MDD. La causa del dolore alle articolazioni non è chiara, ma i medici pensano che le bolle che si accumulano intorno ai tendini, ai legamenti ed ai muscoli correlati causino dolore. I sintomi si possono verificare in più di un punto sullo stesso arto, come le spalle e i gomiti; sintomi bissimetrici sono inusuali.

Malattia da decompressione neurologica:


Gli effetti sul sistema nervoso producono alcuni dei più seri casi di malattia da decompressione. Dato che il sistema nervoso si estende a tutto il corpo, la malattia da decompressione di questa natura può influenzare il movimento o il senso del tatto e le funzioni di supporto alla vita, come la respirazione ed il battito cardiaco. I medici ritengono che in alcuni casi neurologici, le bolle presenti nel sistema venoso possono bloccare il flusso del sangue, viaggiando in senso inverso al sistema e riducendo il flusso del sangue che proviene dal sistema arterioso. Si considera che questo sia il problema nella maggior parte dei casi di coinvolgimento della spina dorsale. La spina dorsale soffre i sintomi con la maggior frequenza nella malattia da decompressione neurologica, che generalmente causa torpore e paralisi alle estremità più basse e si estende lentamente verso l’alto. In un tempo relativamente breve, le vittime possono trovarsi paralizzate dal collo in giù.Le bolle possono viaggiare anche fino al cervello ( MDD cerebrale ), causando un colpo apoplettico nel momento in cuiu bloccano il flusso del sanguigno.Questi sintomi possono essere molto simili a quelli causati dall’aerembolismo e comprendono visione confusa, dolore alla testa, confusione, incoscienza e morte. La sorgente di questi sintomi non è chiara, ma può derivare da bolle che attraverso i polmoni entrano nel sangue arterioso che rifornisce il cervello.

Malattia da decompressione Polmonare:

La malattia da decompressione che si manifesta nei capillari polmonari causa i sintomi che più immediatamente minacciano la vita. Fortunatamente è rara.
Le bolle silenti e le micro bolle che raggiungono i polmoni, normalmente si diffondono negli alveoli o, se presenti in grande quantità, possono passare nel sistema arterioso e causare la malattia da decompressione neurologica. Se le bolle si accumulano più in fretta di quanto possono diffondersi o attraversano i capillari polmonari, esse bloccano ed ostacolano il flusso del sangue che si muove attraverso i polmoni. Con una minor quantità di sangue che si muove attraverso i polmoni, la parte sinistra del cuore riceve meno sangue e le pulsazioni e la pressione sanguigna si abbassano. In mancanza di un trattamento si può avere una completa caduta del sistema circolatorio.

Ammettendo che il sistema circolatorio continui a funzionare, vi sono due possibilità:

1) Il sangue può circolare attorno al blocco attraverso capillari liberi finche l’azoto non si diffonde negli alveoli o
2) le bolle continuano ad accumularsi più in fretta di quanto sono eliminate, impedendo al sangue di scambiare gas nei polmoni.Questa condizione in definitiva impedisce l’afflusso di una quantità sufficiente di ossigeno ai tessuti e riduce l’eliminazione dell’azoto nel corpo. La malattia da decompressione polmonare crea dolore durante la respirazione ed è comunemente associata con una tosse breve e irritata. Spesso le vittime si sentono “ mancare l’aria “, il che ha fatto attribuire alla malattia da decompressione l’appellativo di chokes (soffocamento).


SEGNI & SINTOMI M.D.D.



SEGNI

Arrossamento cutaneo

Debolezza

Paralisi

Perdita di equilibrio

Variazione della personalità

Diametro delle pupille diseguale

Disturbi della parola

Tosse o fiato corto

Collasso o perdita di conoscenza
  

SINTOMI

Prurito cutaneo

Dolori alle articolazioni

Spossatezza estrema

Intorpidimento, formicolio

Malessere generale

Impossibilità del controllo degli sfinteri

Mal di testa, nausea e capogiri


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