Narcosi da azoto
Narcosi da azoto
Conosciuta comunemente come “ narcosi di azoto “, questa condizione veniva descritta per la prima volta da Junod nel 1835, quando questi scopriva che nei sommozzatori che respiravano aria compressa: “ Le funzioni del cervello sono attive, l’immaginazione è viva, i pensieri hanno un fascino particolare ed in alcune persone sono presenti sintomi di intossicazione.” I primi lavoratori da cassone erano vittime talvolta di annebbiamenti ed errori in compiti peraltro semplici e veniva riferito di alcuni che spontaneamente esplodevano nel canto di canzoni popolari di quel periodo. Gran parte dei misteri sulle menomazioni da aria compressa rimasero tali fino a quando fu il Benke a risolverli attribuendone la causa all’elevata pressione parziale dell’azoto.Le sue osservazioni pubblicate nel 1935 descrivevano la narcosi come: “ euforico ritardamento dei più elevati processi mentali e menomazione della coordinazione neuro-muscolare”.La migliore spiegazione del fenomeno sembra essere dell’ipotesi di Meyer-Overton che mette in relazione l’effetto narcotico di un gas inerte alla sua solubilità nella fase lipida, o grasso. Si suppone che ciò agisca come effetto depressivo sul sistema nervoso centrale in proporzione all’ammontare del gas che entra in soluzione.Viene definito gas inerte perché non partecipa agli scambi respiratori ma può influire su alcune funzioni quali ad esempio quella neurologica.Il meccanismo eziopatogenetico di questo disturbo non è ancora completamente chiaro ma sembra invece confermato che insorge più frequentemente in soggetti che hanno assunto alcool, farmaci neuromodulatori o che si espongono a sforzo fisico o a basse temperature.
FATTORI CONTRIBUTIVI ALLA CRESCITA E ALLA GRAVITA’ DELLA NARCOSI, INCLUDONO:
* Incremento della pressione parziale di CO2 ( fatica, nuoto,ecc.)
* Freddo
* Uso di alcol o condizioni di “ ebbrezza “
* Medicinali e droghe
* Fatica
* Ansietà o apprensione, PAURA
* Effetti di medicamenti a malattie o ferite alle circolazioni
* Velocità di discesa
* Stress da lavoro
* Stress dovuto a lunghe esposizioni in pressione
* Un altro fattore contributivo meno conosciuto è l’incremento di pressione parziale dell’ossigeno.
Pertanto, qual’è il limite di profondità ad aria?
Il limite è evidentemente soggettivo, e la risposta deve venir dal subacqueo stesso, dopo aver considerato la sua personale suscettibilità alla narcosi e immergendosi entro i propri limiti, comunque in soggetti normali i primi sintomi possono manifestarsi tra i 30 e 40 metri mentre in soggetti più allenati il limite si sposta tra i 50 ed i 60 metri.
SINTOMI DELLA NARCOSI
Sensazione di assenza mentale
Euforia
Coordinazione neuromuscolare rallentata
Maggiore sensibilità uditive
Attività mentale rallentata
Diminuzione della capacità di risolvere i problemi
Eccesso di sicurezza
Perdita di distorsione della memoria a breve termine
Percezione impropria del tempo
Intorpidimento o prurito alle labbra, sul viso e ai piedi
Stupore
Leggerezza o tendenza al viso
Stato depressivo
Disturbi o allucinazioni visive
Minor tolleranza allo stress
Scrittura esageratamente ingrandita
Amnesia
Perdita di coscienza
Parlare biascicando le parole
Minor capacità di giudizio
Perdita nelle abilità meccaniche
L’unico intervento valido è la rapida diminuzione della quota di immersione di almeno una decina di metri che in genere determina la scomparsa o la riduzione dei sintomi.Si comprende quindi come il “ SISTEMA DI COPPIA “ possa diventare uno strumento di prevenzione non tanto della narcosi da gas inerte ma dalle possibili conseguenze; pertanto, mi raccomando, non esitate a interrompere l’immersione se non vi sentite a vostro agio.